The Slackers

It Must Be Good

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Altro che fannulloni!

Esponenti di punta della scena americana, al momento gli Slackers hanno all'attivo due CD, "Better late than never", del 1996 ("Two face" e "Pedophilia" rimangono a nostro giudizio insuperate), e "Red light", del 1997, realizzato per la Hellcat, l'etichetta indipendente e intraprendente che fa capo ai californiani Hepcat.
Raggiunto per telefono, il sassofonista ora newyorkese David Hillyard ci narra un po' la storia della sua band.



Da New York


Atmosfere soffuse di fumo e...

Quando nascono gli Slackers?

Due sono le date importanti. Una è il 1991, anno della fondazione, quando io ancora non c'ero. Gli
Slackers, ancora domiciliati in California, suonavano in cinque, ispirandosi soprattutto all'inglese
Ska-punk degli Specials. Questi ultimi, assieme a Madness e Selecter, con il loro ska fine anni '70,
erano molto popolari già a partire dai primi anni '80 e noi di San Diego li avevamo seguiti estasiati. Poi la svolta. Nel 1994, gli Slackers decidono di passare ad un suono più originale, più d'epoca, mantenendo però viva quella delicatezza, freschezza, quell'anima solare che forse i gruppi inglesi avevano un po' abbandonato. Ecco che allora nel 1994 Vic Ruggiero, che suonava la chitarra e cantava, passa a suonare le tastiere, mentre alla precedente line-up ci aggiungiamo Jeremy Mushlin ed io, la sezione fiati, prima assente: Jeremy (tromba), proveniente dall'esperienza con gli Allstonians, mentre io (vari sax) avevo militato negli Hepcat e nei Donkey Show, se qualcuno se lo ricorda, la prima band californiana ad incidere per la leggendaria Unicorn (ormai defunta da quasi un decennio).

slackers_redlight.jpg (7085 byte)Leggiti la recensione dell'ottimo "Redlight" su Riddim Reviews

Quali sono le vostre fonti?

Come prima anticipato, noi ci ispiriamo alla musica giamaicana degli anni '60, approdando con molta libertà ad altri lidi. Così ecco che le nostre influenze vanno dai classici Ska-Rocksteady-Reggae, fino al Rock-pop, con un occhio rivolto al suono sudamericano. In "Red light" noi tributiamo un doveroso omaggio ad uno dei nostri maestri: Tommy McCook, sassofonista e produttore degli Skatalites. A lui abbiamo dedicato "Cooking for Tommy", dove in poche parole riconosciamo uno dei nostri tanti debiti. Sempre nel nostro ultimo lavoro c'è poi un brano del jazzista Dizzy Gillespie, il reggae "Tin Tin Deo". E ancora, "Watch this" e "You must be good" sono direttamente ispirati al lavoro di Lee "Scratch" Perry e ai suoi Upsetters, tra i pionieri del suono che a noi piace.

 

Foto di gruppo


Come vivete la musica che componete?

C'è da dire innanzi tutto, ed è importante, che noi ora viviamo a New York, e qui lo ska si respira quasi ovunque. Innanzi tutto perché ci sono molte band, tra cui gli stessi Skatalites, per non parlare di The Toasters, Dawn Penn, Insteps, N. Y. Ska-Jazz Ensemble, The Scofflaws, e via dicendo, ma anche perché c'è la Moon Records, e poi tantissimi locali dove andare a suonare. Gli Slackers ormai vivono con la loro musica, che più che dal punto di vista economico, ci sostiene da quello esistenziale.
Un'occasione per continuare a crescere, a migliorarsi, è l'incontro che abbiamo tutti i venerdì con vari esponenti delle altre formazioni newyorkesi per cimentarci in lunghe e proficue jam session. Il posto si chiama "St. Mark's place" ed è stupendo, perché oltre a divertirci, quella è anche
un'occasione per imparare, un'abitudine che non bisognerebbe mai perdere.

...sonorità solari.

 

Guardati le foto di un loro concerto su Live Skaoovie!



Come contattare la band?


Sito Internet: www.theslackers.com


29 Gennaio 1998

A cura di Tomaskarini. per Jamboree


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