Intervista a David Hillyard degli Slackers in occasione della prima data italiana
per il tour promozionale del nuovo album "Close My Eyes".

Per leggere la vecchia intervista agli Slackers clicca qui






Incontro David un’oretta prima dell’inizio del concerto: è l’unico della formazione che si deve sorbire "l’intervistatore", una categoria che molti gruppi farebbero sparire volentieri insieme a tutte le loro (spesso) insulse - quando non trite e ritrite - domande.
Parto, allora, con una domanda di stile veramente marzulliano in riferimento al titolo dell’ottimo e sesto long playing degli Slackers "Close My Eye".
 





Allora, David, cos’è che gli Slackers non vogliono vedere?

E’ un’opinione comune per molta gente negli Stati Uniti, ci sono dei grossi problemi in giro per il mondo ora come ora, e molta gente vuole portarsi la mano davanti agli occhi o mettere la testa sotto la sabbia per non vedere cosa sta succedendo nel mondo.

Insomma, il titolo del CD è una metafora

Si, una metafora.

Visto che ho dato una veloce occhiata alle note di copertina del tuo secondo album con i Rocksteady Seven "United Front" ho letto parole molto dure…insomma, è veramente così cattivo questo Mr. Bush?

Disgustoso, io lo trovo disgustoso, sai, è così in America, una parte del paese ci crede ancora l’altra metà lo odia, il discorso ultimamente è polarizzato su questo ma è come se ci fosse timidezza a parlarne in pubblico!

Ritornando alla musica…

Si, che è meglio

in "Close My Eyes" ci sono 4 brani ska ed altri 8 rocksteady e reggae original di pregevolissima fattura, cosa pensi dello spazio che i media dedicano a questi generi musicali?”

In America non c’è proprio alcuno spazio per questo tipo di musica!; è andata underground e non viene più fuori, per intenderci: c’è sempre lo zoccolo duro dei nostri fan che sono quel migliaio che ci seguono da sempre, sono dei fantastici fan molto affezionati ma il problema negli Stati Uniti è che è veramente difficile avere promozione sulla carta stampata. Voglio dire, di articoli favorevoli ne abbiamo avuti, ma non basta; è difficile essere di New York e suonare reggae e ska…sei proprio al di fuori della trend dominante, del "mainstream". Noi siamo uno di quei gruppi che non hanno mai avuto brani in classifica. Come i Grateful Death che non hanno mai venduto più di 50.000/60.000 copie ma che hanno avuto sempre un seguito di fan molto affezionati”.

Insomma, se si suona in quel determinato posto si sa che ci sarà il pienone

David: Si, che ci saranno quel migliaio di persone, questo è quello che abbiamo.

Glenn: Cioè siamo come i Grateful?

David (ridendo): Decisamente!

Devo dedurre, quindi, che troviate che in Europa c’è maggior spazio per ska e reggae?

Si, senz’altro, in Europa godiamo di maggior attenzione perché c’è una nicchia per lo ska ed il reggae.

Questo è vero, infatti anche su emittenti come All Music o MTV mi è capitato di vedere gruppi ska...

Già, va in giro parecchio, penso comunque che potremmo essere la migliore band che siamo anche se suonassimo altri generi…quello che importa è che la musica sia buona e che sia musica fatta da un gruppo!

Mi fa impressione che tu abbia detto che il nostro genere non va negli USA perché ho ascoltato gli ottimi e recenti lavori di Victor Rice (In America) e King Django (With the Scrucialists) e mi sembra che a New York ci sia quindi un gruppo di gente palluta che collabora l’una con l’altra e voi stessi avete avuto apprezzate collaborazioni con quelli appena citati, con un’icona delle percussioni reggae come Larry McDonald, con Glen Adams...

Amiamo le collaborazioni, un po’ degli Slackers hanno registrato ultimamente con Chris Marie di Los Angeles, alcuni hanno suonato appena adesso con Gigi Mr. Tbone, di Milano che è venuto a New York e così puoi avere collaborazioni con italiani con gruppi di New York, è figo, a me piace tantissimo collaborare con altri artisti…abbiamo fatto una specie di jam session con Chris Marie, con qualcuno degli Hepcat, degli Aggrovats insomma con parecchi gruppi di Los Angeles, più di un mese fa in un locale di Los Angeles ed è stato veramente bello, un gran feeling, quello che si chiama a very good vibe.

Una super ska e reggae jam session…deve essere stato stupendo

Si, veramente fantastico.

Cosa mi dici della collaborazione con Susan Cadogan (vedi album Slackers +Friends) siete amici?

L’abbiamo conosciuta a New York, dove una delle cose più carine è che girano parecchi artisti, l’abbiamo incontrata, come altra gente, tipo Glen Adams con cui abbiamo registrato più volte, ho suonato nel suo album con Glen Brown che è veramente un grande artista reggae, abbiamo collaborato coi Congos, insomma abbiamo collaborato con gente in gamba.

Ho visto che non suona più con voi Zuluaga (il batterista dei primi 4 album)

E’ stato in tour con noi per tre anni ed adesso non suona più con noi.

L’ultima sua collaborazione, quindi, è quella di Slackers and friends?

Si in alcune tracce c’è lui ma era già una parte dei "friends", era già uscito dal gruppo prima che il disco venisse pubblicato, ha semplicemente deciso che non faceva più per lui…

S’è dato all’heavy metal?

David (ridendo): No, non è diventato metallaro.

Glenn (ridendo): E’ rimasto a casa.

C’è un’altra domanda sul quanto scritto sul tuo album citato prima, ritieni veramente che il sax esprima meglio le cose di quanto non faccia una voce?

No, ancora United front, non ci sto dentro…era una cosa per i Red Skin…comunque, hai presente Coltrane? (annuisco) Cotrane scrisse un brano intitolato Alabama, su un incidente che accadde quando un’auto con a bordo una giovane ragazza nera esplose fuori da una chiesa, erano gli anni ’60 e se ascolti quel brano ti rendi conto di cosa succedeva in quella regione ed è quello che cerchiamo di fare anche noi, anche se non diciamo "devi fare così, devi credere in quel partito o in quell’altro" non stiliamo programmi, tipo se non credi nel punto numero sette, per favore non chiamare. E’ questa la linea che ho seguito per United Front.

A proposito della collaborazione tua e di Vic al prossimo disco di Gigi Tbone, ho visto una tua foto che ti ritrae distrutto su un divano, Gigi mi ha riferito che non eri soddisfatto di un assolo che, tra l’altro, ho trovato essere ok!

Dici?, Grazie, Vic mi prendeva per il culo in quel momento!

Forse è perché siete artisti!

e Victor aveva l’influenza, mi diceva suona ed io: non voglio suonare.

Qual è stato il brano più difficile di "Close My Eyes"

Intendi dire quello sul quale abbiamo dovuto lavorare maggiormente?

Si, quello che vi ha fatto sudare di più, ce n’è sempre uno!

Forse Decon e…ed anche Old dog è stato un po’ difficoltoso per il 4/4 ed il successivo valzer, difficile da prendere in tempo.

Dunque, quali sono i sentimenti che vorreste trasmettere all’ascoltatore di "Close My Eyes?"

Sentimento di speranza, che le cose vadano meglio per il futuro e  di essere presi dal ritmo, vorrei che chi l’ascoltasse si sentisse meglio del giorno prima.
Vogliamo anche trasmettere il disagio che percepiamo nella nostra nazione, ecco perché nella copertina di "Close My Eyes" la tipa da le spalle alla televisione, la gente cerca di scappare dalla realtà ma è sbagliato, deve affrontare la realtà…

David: La realtà è che siamo ancora scottati da quel che accadde l’11 settembre…l’aereo è passato sulla testa di mia moglie…

Glen: Eravamo in tour in Europa in quel momento e fummo costretti a continuare e fare il nostro show!

David: Per 24 ore non sono riuscito a telefonare a casa per sapere se stavano tutti bene…

Glen: Le uniche cose che sapevi le sapevi attraverso la TV, ma la gente è stata molto affettuosa con noi…

David: Immagino che ci prenderai per dei rancorosi!

No, il problema è tuttora molto serio…ricordo che a Milano, una delle città più caotiche d’Italia tutto si bloccò e la gente si guardava l’un l’altra attonita

Glen: Ovunque tu sia devi dire qualcosa devi esprimere il disagio.

E’ quello che hai cercato di fare attraverso il tuo strumento in "Close My Eyes?"

Glen: Si e nelle prossime canzoni che scriveremo cercheremo di trasmettere il nostro disagio, anche attraverso i testi…

Già che ci siamo, qual è la connessione con Jack Kerouak? (all’interno della confezione del CD è citato un brano da Vsions of Gerard).

David: Semplicemente una coincidenza, Vic stava leggendo quel libro mentre scriveva la title track.

Glen: Kerouak ha portato una grande rivoluzione letteraria negli anni ’50, legata da vicino alla musica.

David: Negli anni ’60 c’è stato il culmine della canzone politica.

Eccetto per lo Ska che raramente ha toccato argomenti politici

No, non è vero…una delle prime canzoni di grande successo fu proprio Indipendent Jamaica, non solo si staccò dai precedenti calypso ma fu foriera della fierezza dei giamaicani per l’indipendenza ottenuta.

  



Poco dopo l'intervista gli Slackers sono stati protagonisti di un ottimo concerto, durato quasi due ore, compresi 2 bis e durante il quale la formazione americana ha ripassato i punti salienti della propria  brillante discografia per il godimento di un pubblico, carico, eccitato che ha trasmesso agli artisti sul palco un calore decisamente ricambiato. Un concerto al quale conferisco il 10 con lode.



Come contattare la band?



Dicembre 2003

Sergio Rallo


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