Da quanti anni esiste il progetto
Persiana Jones? C’è un luogo particolare dal quale si può dire abbia
preso il via la vostra avventura?
I Persiana Jones sono nati nel 1988 a
Rivarolo
Canavese, Torino. Prima io (Silvio) e mio fratello (Beppe)
facevamo parte di una formazione punk rock all’inglese, poi abbiamo
sentito l’esigenza di cambiare direzione, una svolta vera e propria
sia dal punto di vista delle persone con le quali suonavamo sia nel
genere, abbiamo così cominciato a fare musica in direzione ska.
Dal 1988 ad oggi, quanti concerti
avete realizzato tra l’Italia e l’Europa?
A luglio saremo a quota 900 concerti,
fatti tutti con un piacere immenso. Abbiamo percorso ad oggi più di
350.000 km!
Scegliere tra 900 concerti sarà
difficile, ma ne avete uno che via ha maggiormente emozionato?
Tra i più belli, e ce ne sono stati
tanti, direi quello al Roxy di Praga.
Era la prima volta che un gruppo italiano suonava in quel locale e
c’era molta curiosità tra la gente. Ci sentivamo quindi un po’
testimoni di un qualcosa e ad ascoltarci c’erano più di 800 persone
che non hanno solo ballato ma anche cantato le nostre canzoni in
italiano. Comunque come spesso ci diciamo il concerto più bello è
quello che deve ancora venire!
Esiste un nucleo storico dei Persiana
che scrive testi e musiche?
Si negli anni abbiamo cambiato spesso
componenti e il nucleo storico è formato da me, Beppe e Bob Marini.
Solitamente le canzoni vengono scritte da noi poi però c’è il
contributo di tutta la band quando si tratta di realizzarle e
arrangiarle
Qualcuno vi accusa di non fare più lo
ska morbido di un tempo, di essere cambiati troppo, cosa rispondete?
Il fatto è che noi suoniamo quello
che ci piace suonare. Siamo i proprietari della nostra etichetta e
quindi non siamo vincolati a niente. Seguiamo la passione non il
business. E’ vero siamo cambiati, il nostro stile è mutato insieme ai
cambiamenti che ci sono stati nella nostra formazione e nelle nostre
vite. Credo sia importante cambiare, sperimentare, non fossilizzarsi e
diventare le fotocopie di se stessi anno dopo anno. E sono dell’idea
che è vero che "Quelli che inseguono non arrivano mai primi". Col
passare degli anni abbiamo cambiato più volte fiati e batteria e
quindi anche i suoni sono cambiati. Certo se una persona ascolta i
nostri primi cd e poi l’ultimo non riesce a capire la gradualità del
cambiamento, seguendo la sequenza dei nostri dischi invece si segue la
nostra storia
Da uno ska latino ad uno più veloce
quindi?
Si negli ultimi periodi il suono
della band si è indurito, non avevamo più stimoli nell’altra direzione
e abbiamo deciso di cambiare ma credo che i nostri suoni siamo
comunque riconoscibili
I vostri cd sono sempre usciti in
anni dispari, cambierete anche questa "tradizione"?
Già fatto! È vero i cd sono sempre
usciti in anni dispari, quest’anno abbiamo deciso di rompere questa
tradizione e infatti sta per uscire, a metà maggio, una compilation
doppia registrata per la prima volta dopo 11 anni dal vivo. Si
intitola "Another Show" dal momento che il primo cd dal vivo del 1993
si intitolava "Show". Contiene 29 tracce e c’è anche un CD-ROM che si
può ascoltare e vedere
Altri progetti per il futuro
imminente?
Siamo in tour e abbiamo parecchie
date in Italia ma anche all’estero tra le quali la partecipazione ad
un festival a Praga il "Planet
Roxy" che l’anno scorso ha visto la partecipazione di 20.000
persone!
I Persiana già da tempo sono usciti
dai confini della penisola, fin dove siete arrivati?
È difficile dirlo, non sappiamo come
ma la nostra musica è arrivata in posti che non potevamo immaginare.
Riceviamo mail da tutte le parti del mondo dalla Norvegia
all’Argentina e visto che non ci siamo mai stati, e nessun album vi è
stato pubblicato, non ci spieghiamo neanche noi il perché di questa
sicuramente bellissima e inaspettata diffusione!
Un tratto che vi caratterizza è
sicuramente la scelta delle vostre divise da palco spesso alla "Miami
Vice", ma so che siete molto pignoli in tutto quello che riguarda
l’organizzazione di un concerto
Ci teniamo molto che il concerto
venga bene, deve essere uno spettacolo per chi viene a vederlo.
Cerchiamo di curare tutto nei minimi particolari dalle luci al suono,
abbiamo una bella squadra composta da un fonico e da alcuni tecnici.
Il tutto per trasmettere al meglio alle persone la nostra voglia di
suonare e per trasmettere il divertimento che proviamo quando siamo
sul palco
In questa bella avventura ci sono
stati dei momenti nei quali avete pensato di dire basta e cambiare
totalmente strada?
Ci sono stati dei momenti grigi come
credo per tutti i gruppi. A volte pensiamo che sarebbe più rilassante
starsene calmi senza andare sempre in giro, poi però ti trovi ad un
concerto con tante persone sotto il palco che cantano e ballano che
fanno chilometri per venirti a vedere, che ti ringraziano, allora
pensi che forse qualcosa riesci a trasmettere e i momenti grigi
passano. Poi la musica per noi non è un’occupazione, lavoriamo tutti,
la musica è il nostro modo di divertirci e comunicare
Vi dite qualcosa di scaramantico
prima di ogni concerto?
Si di solito ci diciamo "Peggio per
chi non è venuto"! Suoniamo con la stessa passione davanti a dieci o
mille persone, la gente deve uscire dai nostri concerti contenta,
questo è il nostro compito. Ci sono gruppi che appena salgono sul
palco contano le persone per calcolare quanti biglietti sono stati
staccati e se sono pochi suonano senza voglia
Ve la sentire di dare un consiglio a
chi si è appena avventurato nel mondo della musica?
Notiamo che tutti i gruppi emergenti
pensano subito al manager, al contratto, all’etichetta. Ma forse non
sanno che per vivere di musica ci vogliono anni di sacrifici non si
può avere tutto subito, ecco sono troppo impazienti di "arrivare".
Dovrebbero avere meno pretese e vivere la musica come un divertimento,
la musica si crea anche sul palco. Poi molti gruppi pensano più
all’aspetto esteriore che alla sostanza. E’ difficile trovare un
gruppo che trasmette qualcosa di nuovo, sono tutti impegnati nel
copiare, ci vuole invece un duro lavoro in sala prove
Dalla fondazione della Uaz Records
avete ricevuto molti cd di nuovi gruppi?
Si, ma pochi che credessero davvero
nella loro musica. Spesso poi cantano in inglese e se il cantante non
ha una voce più che particolare non ne esce qualcosa di bello. Poi
come dicevo prima i gruppi vogliono tutto e subito pensano solo ai
soldi e questa fa si che ci siano molte persone che speculano sulle
formazioni emergenti
Come mai spesso cantate in spagnolo?
E perché avete fatto la cover di una canzone di
Ricky Martin?!
Abbiamo fatto diversi concerti in
Spagna poi adesso che nella formazione ci sono ai fiati due musicisti
cubani ci siamo avvicinati allo spagnolo ancora di più. Abbiamo
rifatto "Livin’ La Vida Loca" di Ricky Martin perché ci diverte fare
cover, poi non è male, ci piaceva! Come tempo fa abbiamo rifatto la
colonna sonora della soap opera "Beautiful"! La cosa migliore è
comunque cantare in italiano, solo così riesci a trasmettere
immediatamente le tue sensazioni alle persone, solo così sei vero al
100%. La prova l’abbiamo avuta durante i nostri concerti in giro per
l’Europa sentendo le persone cantare in italiano e questo ci ha fatto
un enorme piacere
Volete ringraziare qualcuno?
Ringraziamo le persone che ci stanno
vicine, che credono in noi, mogli e fidanzate per prime, soprattutto
per la loro pazienza. E poi ringraziamo persone come voi di SkabadiP
perché credete nella scena indipendente
Avete un messaggio per gli amici di
SkabadiP che hanno letto tutta la vostra intervista?!
Prima di tutto venite a
vedere i nostri concerti! Poi cercate di ascoltare gruppi veri, non
quelli da classifica che sembrano creati in laboratorio!