Dove, quando, come e perché nascono i Fahrenheit
451
La storia dei Fahrenheit 451 inizia nel 1995. Io (Andrea, chitarra e
voce) e Toni (il bassista) ci trovavamo a pranzo insieme. Io suonavo già
da tempo ma in quel periodo ero fermo, lui mi disse: «Se imparassi a
suonare farei musica ska». E da quel momento ha preso il via la nostra
avventura musicale. Nel 1995 lo ska non era molto conosciuto, eravamo
alla ricerca di componenti per il gruppo e quando dicevamo di voler fare
musica ska, alcuni addirittura non sapevano di che genere si trattasse,
allora gli cantavamo al telefono «One step beyond!»
Passaggio decisivo nella storia dei Fahrenheit 451 l'uscita del video
«Uccidiamo
il chiaro di luna» nel 1998 che come un detonatore cambia la vita
del gruppo
Sì, con l'uscita del video di «Uccidiamo il chiaro di luna»,
la storia diventa realtà. Video che ci è costato molto in termini
economici, ma soprattutto di tempo, ci abbiamo messo un anno per
realizzarlo, essendo composto da più di 2000 disegni! Lo inviammo a
Videomusic che ci contattò dicendoci che l¹avrebbe scelto come
«VideoItalia». Nel corso della prima settimana passò ben 50 volte! Dopo
sette giorni avevamo una data a Genova: c'era tantissima gente tutta che
cantava sotto il palco. E¹ stata un po' come una bomba, il video aveva
avuto un impatto immediato sul pubblico, non solo quello che veniva a
vederci ai concerti, infatti il corto ha poi partecipato a diversi
festival in Europa vincendo anche qualche premio.
Dopo il video la vostra avventura ha cominciato a concretizzarsi?
Si, nell'arco di poco tempo ci siamo trovati a passare dai soliti
club della zona, alla gente sotto il palco che cantava con noi. Da li
sono cominciate una interminabile serie di concerti, apparizioni
televisive come su Videomusic e anche nel programma di Red Ronnie. In
questo lungo cammino, e la cosa sembra davvero strana, forse perché
siamo di Venezia e non di Milano, o perché le nostre aspirazioni erano
troppo alte, non abbiamo trovato nessuna etichetta con cui lavorare,
nessuna con la quale riuscissimo a stabilire un giusto feeling. Dovendo
quindi puntare esclusivamente sulle nostre forze abbiamo cercato il
metodo più utile per poterle sfruttare e quindi anche successivamente
abbiamo puntato sui video, ed è quindi arrivato il singolo di «Cammina
cammina» e il video, sempre in stop motion, realizzato ancora una volta
con Andrea Princivalli. Una scelta che ritengo azzeccata visto che anche
questo video, con tempi e modi diversi dal precedente, ci ha comunque
portato grande soddisfazioni e visibilità.
Quando è nata l'esigenza di incidere il disco?
Nonostante non avessimo comunque raggiunto accordi con etichette
c'era la necessità di fare un disco vero e proprio. E' quello che la
gente ci domandava alla fine di ogni concerto. Mi era successa poi una
cosa strana, un giorno in furgone, mentre andavamo a suonare, abbiamo
risentito il live registrato allo
Sherwood
Festival di qualche anno prima. Pazzesco, anche se a me pareva che
la scaletta dei concerti non fosse variata molto negli anni, nella prima
mezz'ora di cassetta non c'era un pezzo che fosse uno che ancora
suoniamo dal vivo. Il disco quindi rappresenta davvero il modo di
"fotografare" questi anni, un paletto da fissare e da cui poi ripartire.
Devo dire che già secondo me siamo diversi da quello che c'è sul disco,
anche perché nel frattempo è cambiata la formazione.
Con l'arrivo di Christian il sound si è infatti spostato verso il
Rocksteady, visto che lui è un batterista di formazione reggae. Parliamo
appunto di formazione
C'è un nucleo per così dire "storico", e non solo per
l'età... Ovvero il sottoscritto Andrea chitarra e voce, Toni al basso,
Roberto tastiere e voce, Franco tromba. Nel disco ci sono poi Marco alla
batteria, Max al sax tenore che dopo le registrazioni hanno deciso di
lasciare la band per motivi personali, sono musicisti professionisti e
lo ska non paga come altri generi... Alessandro al sax, a cui si sono
ora dal vivo affiancati Alberto al sax e Francesco al trombone. Il nuovo
batterista si chiama Christian. Questi sono solo alcuni, di musicisti ne
sono passati tanti, però il fatto di avere un nucleo sempre compatto ed
in particolare quelli che poi lavorano maggiormente sulle strutture dei
pezzi, ci ha sempre permesso di avere una linea coerente.
«Greatings from Marghera» il titolo del vostro disco, non è una
scelta casuale...
Infatti, il titolo ha un doppio significato. Vuole essere sia una
citazione degli
Skatalities, sia un titolo ironico su Marghera. Non siamo un gruppo
che si occupa di temi politici e non abbiamo delle soluzioni per
sistemare la situazione incredibile di Marghera, ma abitandoci, la
sentiamo in prima persona e vi assicuro che è impressionante vivere in
queste condizioni. Il disco vuole essere un po' una cartolina da mandare
a chi ha inquinato, a chi decine di anni fa ha deciso di dare il via
alle attività industriali del petrolchimico. I più giovani spesso non
sono informati sulla questione e la musica può essere anche uno
strumento per farli riflettere.
Passiamo alla sostanza musicale della vostra fatica
Nel disco è fondamentale la presenza dei Dr Duse dei
Pitura Freska,
personaggio di cui nutriamo una grande stima e che ha seguito tutte le
fasi della registrazione. Un fahrenheit aggiunto insomma!
Ci sono poi dei "cameo" di Furio dei Pitura, di Oskar degli
Statuto e di alcuni
speaker radiofonici nostri amici che hanno giocato con noi nel
reinventare alcuni spot in chiave ska.
La musica del disco, proprio perché raccoglie il lavoro di diversi anni
e perché resta una delle caratteristiche del gruppo, è molto eterogenea,
pur nell'ambito dello ska, spaziando da momenti più ritmati ad altri più
morbidi.
Dal 1995 al 2004, c¹è stato un momento
particolarmente emozionante?
Dal punto di vista personale si. Era il 13 febbraio 1999 mi trovavo
in ospedale e ho visto nascere la mia bambina! Dopo mezz¹ora ero già in
piazza San Marco a suonare! Giornata incredibile!!
C¹è stato un concerto che vi ha colpito più di altri?
Dopo quello in piazza San marco direi a Trento. Dovevamo suonare in
piazza ma pioveva tantissimo. Ci avevano quindi dirottati in un teatro.
Eravamo molto perplessi per questa soluzione. Avevano messo pochi
cartelli per avvertire dello spostamento del concerto e un teatro non ci
sembrava il luogo più adatto per ballare musica ska, ma le persone
arrivarono e anche in tante! Pensavamo che le sedie si potessero
spostare invece erano inchiodate... E' successo che alcune file sono
state divelte, il custode ha rischiato un infarto e a mezza notte ci ha
tolto la corrente! Il concerto è finito con noi che cantavamo con il
pubblico «Uccidiamo il chiaro di luna» a cappella!
Avete suonato su tanti palchi toccando come punta più a sud Palermo e
più a nord Stoccarda, avete trovato delle differenze nel pubblico?
A Stoccarda abbiamo diviso il palco con un gruppo jazz e un
cantautore. Il pubblico ha assistito a tutte e tre le performance
ballando e cantando. In Italia i ragazzini non avrebbero mai assistito
ad un gruppo jazz e la stessa cosa vale per gli ultra sessantenni che
difficilmente si sarebbero fermati a ballare lo ska. Questo fatto ci ha
piacevolmente colpiti.
Progetti futuri?
Con la stagione estiva partiranno i concerti per promuovere il cd.
Stiamo inoltre organizzando un eventuale trasferta in Argentina per un
tour, un'esperienza interessante. Stiamo aspettando conferme.
Volete ringraziare o "mandare a quel paese" qualcuno?
I nostri ringraziamenti vanno alle nostre compagne che si sopportano
con pazienza, siamo via quasi tutti i week end poi ci sono anche le
prove, il nostro grazie va prima di tutto a loro, poi anche a chi ha
contribuito alla realizzazione del disco dal punto di vista musicale ma
non solo e grazie anche a tutte le persone che sostengono lo ska.
A "quel paese" ci mandiamo quelli che hanno gestito la situazione di
Marghera e che hanno praticamente costruito una bomba vicino a Venezia,
una delle città più belle del mondo.
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