Sono ormai 12 anni che mi
occupo, più o meno seriamente, di musica Ska ed in così tanto tempo
ho avuto il piacere di assistere alle performance dal vivo di quasi
tutti i più importanti esponenti del genere; mi mancavano,
giusto-giusto, gli olandesi Mark
Foggo ed i suoi Skasters!
Alessandro (Mr. SkabadiP himself!) ha ovviato a tale mia mancanza
(della cui gravità mi sono reso conto una volta assistito al
brillante show del gruppo) invitandomi ad un lungo fine settimana
tedesco all’insegna del Ritmo.
Venerdì 2 giugno, quindi, nell’ambito di una non gremitissima
serata durante la quale si sono succeduti sul palco gli americani Regatta
69 (che ci siamo persi perché intenti a parlare con Mark), gli
Skatrek (onesta formazione di Ska trad., classici Rocksteady ed
original Reggae da tenere comunque sott’occhio) e gli Ngobo
Ngobo (autori di pop Ska di grande qualità che godono anche in
Italia di una certa notorietà), ho potuto apprezzare in prima persona
che cosa significa avere più di 20 anni di concerti (Ska) sulle
spalle e, più precisamente, cosa significa un concerto dei Mark
Foggo’s Skasters in termini di coinvolgimento, musica ed allegria.
Il merito di tale giudizio che mi sono fatto (no, Mark non l’ho mai
incontrato prima, né mi paga per scriverlo!), oltre che dei singoli,
precisi e "carichi" musicisti che hanno suonato sul palco
venerdì notte, è ovviamente da ascriversi al geniale Mark Foggo.
Lui sì è un vero Personaggio e, senza dubbio, è anche uno dei
migliori intrattenitori Ska di cui abbia goduto lo spettacolo; allo
stesso livello di divertimento, per quella che è la mia personale
esperienza, sono arrivato solo con altri 5 concerti: i Madness in
Svizzera, i Mr. Review a Stoccarda, i New
York Ska Jazz E. a Biella, i Busters
(in un concerto del ’92 a Stoccarda), gli Hepcat
e Mighty
Mighty Bosstones al Bloom e, non ultimi, gli Skatalites
al leggendario concerto al Leoncavallo. Tipi di Ska diversi, si noterà,
ma, vedete, quello che tutti quei signori hanno veramente in comune
con Mark Foggo’s Skasters è l’energia vitale con cui animano il
palco, è la passione per la musica che ti trasmettono e l’estrema
professionalità con cui la suonano.
Sì, può anche dipendere solo
dal tuo umore se un concerto ti piace o meno, ma sta di fatto che
concerti così entusiasmanti, in cui balli, canti, ridi e tutto è ok,
ne capitano pochi, come si vede (nonostante di concerti ne abbia visti
parecchi) dall’esiguo numero che annovero.
Ho un metodo tutto mio per giudicare un gruppo basato su 4 soli
parametri: genere di musica suonato, esecuzione, presenza scenica,
quanto ho ballato.
Mark, oltre a possedere una voce che, per quel che mi riguarda, è La
Voce dello Ska moderno per antonomasia, possiede pure una strabiliante
mimica facciale con cui è in grado di fare centinaia di smorfie dalle
quali immancabilmente saettano 2 occhi da schizzato che, giù dal
palco, scopri essere quelli di una persona intelligente, spiritosa e
cordiale.
Per tutta la durata del concerto (1h e ½, ma gli Skasters avrebbero
continuato se glielo avessero permesso quelli del locale) ho visto
Mark Foggo ballare nei modi più assurdi e divertenti, mimare tutti i
testi delle sue canzoni (con risultati veramente esilaranti come nel
caso della classica "Spot", della più recente "Big Red
Cars" e della divertentissima "Bumpy Ailines"),
saltellare qua e là in ogni angolo dell’ampio palco, coinvolgere il
pubblico facendolo a più riprese cantare ed introdurre ogni brano in
maniera diversa, e, infine, suonare il trombone, strumento che non
pensavo praticasse e con cui si è prodotto in uno dei rari brani
strumentali (o quasi) della formazione: "Ska Town". Il
tutto, senza neppure l’ombra di stanchezza od affaticamento (eccetto
il sudore, ovviamente). Mi pento di non avergli chiesto se si allena,
dato che l’energia di tutto lo show è stata inalterata
dall’inizio alla fine!
Venerdì notte, come annunciato all’inizio del pezzo dallo stesso
Foggo, Mannheim è stata una vera Ska Town,
scossa com’è stata dall’incalzante ritmo di canzoni potenti ed
originali come "Car On a Train" puntualizzata dalla tastiera
di Dominique Dubois, dalle immancabili "Two Legs" e
"Weirdos", o dalla corale "It’s You" con i soli
di sax di Paul Berding e, ancora, shakerata dalla potente batteria di
George Conrad in un vero "dance hall crasher" qual è la
velocissima "Ramona From Barcellona".
Hanno energia da vendere, dunque, i Mark Foggo’s Skasters, mi hanno
così tanto coinvolto da farmi sembrare, finito il concerto, come se
mi fossi fatto la doccia vestito!
Era parecchio tempo che non mi divertivo così tanto: mi sono trovato
a Skancheggiare ogni brano con un sorriso beota stampato sulla faccia,
tanto che ad un certo punto pensavo mi venisse la paresi! Che dire?
Conosco il gruppo dall’’89 e certe loro canzoni mi hanno
accompagnato in tante avventure; ascoltarle dal vivo, ballarle e
cantarle a squarciagola è stato super!
Alessandro era perso nella più forsennata danza Ska che i suoi
muscoli gli suggerivano in compagnia della sua bella Fani la greca e
m’è parso anche di sentirlo urlare di gioia; Gaspar, un amico
francese che assisteva per la prima volta ad un concerto Ska, ne è
rimasto entusiasta: urlava di gioia pure lui. Io, invece, avevo
cominciato a farlo insieme al resto del caldo pubblico non appena Mark
aveva iniziato il concerto strillando "Hello" (Ska People!).
Grande rispetto per il bravissimo Mark Foggo ed i suoi ineccepibili
Skasters, e se vi interessa sapere di più dell’Uomo, delle Sue
gesta musicali e non, della Sua band, dei Suoi dischi e dei Suoi
futuri progetti in "Skantiere" alla Sua Skanky’Lil Records
di Eindhoven, bene, non vi resta che spararvi la divertente intervista
che gentilmente ci ha concesso,
Hello! Ska People
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